sabato 30 settembre 2017

Relazione del Metropolita Hilarion di Volokolamsk

Il 22 settembre si è tenuto un simposio internazionale sul Futuro Cristiano dell’Europa nella residenza dell’Ambasciatore russo in Gran Bretagna. Il discorso di apertura è stato tenuto dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Direttore del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca.

Vostre Eminenze e Vostre Eccellenze, caro Sig. Ambasciatore, organizzatori e partecipanti alla conferenza,
Saluto cordialmente tutti coloro che si sono riuniti oggi presso l’Ambasciata russa a Londra per partecipare a questa conferenza dedicata alla questione del futuro del cristianesimo in Europa. Questo argomento non solo non perde alcunché della sua importanza, ma si ripresenta sempre di nuovo. Gli esperti ritengono che oggi il cristianesimo sia non solo la comunità religiosa più perseguitata del pianeta, ma che si ritrova anche a dover affrontare nuove sfide che riguardano le basi morali della vita dei popoli, la loro fede e i loro valori.
I decenni recenti hanno visto una trasformazione nello scenario religioso ed etnico dell’Europa. Tra le ragioni di essa vi è la più grande crisi migratoria del continente dalla fine della seconda guerra mondiale, causata dai conflitti armati e dai problemi economici dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Secondo i dati dell’agenzia europea Frontex, più di 1,8 milioni di migranti sono entrati nell’UE solo nel 2015 [1].
I dati della relazione dell’ONU sulla migrazione internazionale mostrano che il numero dei migranti in Europa è aumentato da 49,3 milioni di persone nel 2000 a 76,1 milioni di persone nel 2015 [2].
Secondo la ricerca dell’Organizzazione Internazionale sulle migrazioni dell’ONU, in tutto il mondo circa l’1,3 per cento della popolazione adulta, che comprende circa 66 milioni di persone, nel prossimo anno intende spostarsi in un altro paese per viverci definitivamente. Circa un terzo di queste persone - 23 milioni - sta già progettando di muoversi. Il 16,5 per cento dei potenziali migranti che sono stati interpellati ha risposto che i paesi in cima alla loro lista sono Gran Bretagna, Germania e Francia. [3]
L'altro motivo della trasformazione della mappa religiosa dell’Europa è la secolarizzazione della società europea. I dati di un sondaggio britannico indicano che più della metà degli abitanti del paese - per la prima volta nella storia - non è legato ad una particolare religione.
2942 persone hanno partecipato ad un sondaggio condotto nel 2016 dal Centro Nazionale per le Ricerche Sociali in Inghilterra: il 53% di esse, alla domanda sulla fede religiosa, hanno risposto di non appartenere ad alcuna confessione religiosa. Tra i giovani dai diciotto ai venticinque anni, il numero di non religiosi è maggiore - il 71 per cento. Quando una ricerca analoga venne condotta nel 1983, solo il 31% degli intervistati dichiarò di non appartenere ad alcuna confessione. [4]
Possiamo vedere una tendenza opposta nei paesi dell’Europa dell’Est, in particolare in Russia. Un sondaggio condotto in Russia dal Levada-Center ha mostrato un forte calo del numero degli atei e dei non credenti: dal 26 per cento nel dicembre 2015 al 13 per cento nel luglio 2017. [5] Questo, naturalmente, non significa che il restante 83 per cento siano credenti praticanti.
Molti si definiscono “religiosi in qualche modo” o “non troppo religiosi”, ma sono comunque legati ad una delle religioni tradizionali. Tuttavia, il numero di persone che si autodefiniscono “molto religiose” sta crescendo costantemente.
Lo stato attuale della vita religiosa nella società russa è direttamente legato ai tragici eventi di cento anni fa. La catastrofe storica del 1917 ha comportato in Russia una guerra civile fratricida, il terrore, l’esilio dei migliori rappresentanti della nazione oltre i confini della loro patria e il deliberato annientamento di interi strati della società - la nobiltà, i Cosacchi, il clero e i contadini benestanti. Essi vennero dichiarati “nemici del popolo” e i loro parenti furono sottoposti a discriminazione e diventarono “privi dei diritti civili”, cosa che li ridusse ai limiti della sopravvivenza.
Tutto questo terrore si verificò sotto l’egida di un’ideologia comunista che combatteva ferocemente la religione. 
Milioni di credenti furono sottoposti alla più crudele persecuzione, a molestie, discriminazioni e repressioni: dalla derisione e dal licenziamento dal posto di lavoro fino alla carcerazione e alla fucilazione da parte dei plotoni d’esecuzione. La Chiesa in quegli anni generò una grande moltitudine di martiri e confessori della fede che, come diceva San Paolo, “furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia.” (Ebrei 11, 35-36).
La discussione sul futuro del cristianesimo in Europa è impossibile senza comprendere le prospettive per la sopravvivenza della religiosità tra i suoi abitanti.
La ricerca condotta dal Centro per lo Studio del Cristianesimo Mondiale presso il Collegio Teologico Gordon-Cornwell, USA, indica che il numero dei cristiani in Europa sarà costantemente in calo: da 560 milioni di persone nel 2015 a 501 milioni entro il 2050. [6]
I calcoli del Pew Research Center sono più pessimisti e prevedono una riduzione dei cristiani in Europa da 553 milioni di persone nel 2015 a 454 milioni di persone entro il 2050. [7]
Si tratta di previsioni allarmanti, ma che riflettono le tendenze attuali nella trasformazione dell’immagine religiosa dell’Europa e non possono essere ignorate. Alcuni suggeriscono che, a meno che non venga messa in essere una speciale forzatura, l’Europa non potrà cessare semplicemente di essere cristiana in forza del fatto che essa è stata cristiana per molti secoli.
Io vorrei ricordarvi che in Russia prima del 1917 nessuno aveva mai supposto che si sarebbe verificato il collasso di un impero cristiano secolare e che sarebbe stato sostituito da un regime totalitario ateo. E anche quando questo è accaduto, pochi credevano che fosse grave e per lungo tempo.
L‘odierno moderno declino del cristianesimo nel mondo occidentale può essere paragonato alla situazione dell’Impero Russo prima del 1917. La rivoluzione e i drammatici eventi che ne seguirono avevano profondi motivi spirituali, così come sociali e politici. Da molti anni l’aristocrazia e l’intellighenzia avevano abbandonato la fede e furono poi seguiti dalla gente comune. 
Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di Tutta la Russia ha parlato di questo nel gennaio 2017: “La rottura fondamentale del modo di vivere tradizionale - e ora sto parlando ... dell’auto-coscienza spirituale e culturale del popolo - fu possibile solo perché qualcosa di molto importante era scomparso dalle vite dei popoli, in primo luogo dalle vite delle persone appartenenti all’élite. Nonostante una prosperità esteriore ed apparente e le realizzazioni scientifiche e culturali, fu lasciato sempre meno spazio nella vita dei popoli ad una vera e sincera credenza in Dio, alla comprensione dell’importanza eccezionale dei valori appartenenti alla tradizione spirituale e morale.”[8]
Negli immediati anni del dopoguerra il cristianesimo ha svolto un ruolo rilevante nel processo di integrazione europea, che è stato considerato nel contesto della guerra fredda come uno dei mezzi per contenere l’espansione della propaganda atea e dell’ideologia comunista.
Nella sua propaganda anticomunista, il Vaticano faceva affidamento sull’unità europea, sui partiti cristiano democratici dell’Europa occidentale. Quest’ultima credeva fermamente che la civiltà occidentale fosse strettamente legata ai valori cristiani e doveva essere difesa dalla minaccia comunista. Papa Pio XII sosteneva la creazione di una comunità europea come “missione storica dell’Europa Cristiana”.
Il primo presidente della Repubblica Federale di Germania, Theodor Heuss, affermava che l’Europa era stata costruita su tre colline: l’Acropoli, che le ha dato i valori di libertà, filosofia e democrazia; il Capitolino [Campidoglio] , che rappresentava i concetti giuridici e l’ordine sociale romani; e il Golgotacioè il cristianesimo. [9] Va anche rilevato che i padri fondatori dell’Unione Europea erano uomini profondamente religiosi - ad esempio il ministro degli esteri francese Robert Schuman, il cancelliere della Repubblica Federale di Germania Konrad Adenauer e il ministro degli Esteri italiano Alcide De Gasperi.
E quando, mezzo secolo dopo la creazione dell’Unione Europea, stava per essere scritta la sua costituzione, sarebbe stato naturale per le Chiese cristiane aspettarsi che in questo documento venisse incluso il ruolo del cristianesimo, come uno dei valori europei, senza che questo contrastasse con la natura secolare delle autorità di un’Europa unificata.
Ma, come sappiamo, questo non è accaduto. L’Unione europea, nello scrivere la sua costituzione, ha rifiutato di menzionare il suo retaggio cristiano anche nel preambolo del documento.
Io credo fermamente che un’Europa che abbia ripudiato Cristo non sarà in grado di preservare la sua identità culturale e spirituale.
Per molti secoli l’Europa è stata la casa dove hanno vissuto fianco a fianco diverse tradizioni religiose, ma allo stesso tempo la casa in cui il cristianesimo svolgeva un ruolo predominante.
Questo ruolo si riflette in particolare nell’architettura delle città europee che sono difficili da immaginare senza le loro magnifiche cattedrali e le numerose chiese, anche se di più modeste dimensioni.
Un monopolio dell’idea secolare si è impadronito dell’Europa. La sua manifestazione è l’espulsione della visione religiosa del mondo dall’ambito pubblico. L’articolo 4 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione basate sulla religione e il credo, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1981, afferma che "Tutti gli Stati dovranno adottare misure efficaci per prevenire ed eliminare la discriminazione in base alla religione o al credo, nel riconoscimento, nell’esercizio e nel godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tutti i campi della vita civile, economica, politica, sociale e culturale”. [10]
Gli architetti della società secolare hanno guardato all’aspetto giuridico della questione: formalmente si può confessare qualsiasi religione, ma se si cerca di motivare le proprie azioni attraverso la fede religiosa e la libertà di coscienza e incoraggiare gli altri ad agire secondo la loro fede, allora nel migliore dei casi si verrà sottoposti a censura, o, nel peggiore dei casi, a procedimento penale.
Ad esempio, se uno è medico e si rifiuta di eseguire un aborto, [11] o l’eutanasia, [12] facendo riferimento ai suoi principi religiosi, costui infrange la legge.
Se sei un pastore protestante e vivi in un paese in cui le unioni dello stesso sesso sono legali, hai poca possibilità di rifiutare a questa coppia il diritto del matrimonio in chiesa e nel contempo rimanere impunito da parte dello Stato.
Così, per esempio, il primo ministro svedese Stefan Löfven ha affermato di recente che tutti i pastori della Chiesa di Svezia dovrebbero essere obbligati ad amministrare i matrimoni in chiesa per le coppie dello stesso sesso, ed ha aggiunto che “io vi vedo un parallelo con l’ostetrica che rifiuta di eseguire aborti. Se si lavora come ostetrica si deve essere in grado di eseguire gli aborti, altrimenti bisogna fare un altro lavoro ... E lo stesso vale per i preti”. [13]
Tali personaggi politici sono l’esatto contrario di quelli che hanno fondato l’Unione Europea e questo tipo di retorica, a mio avviso, è un suicidio per il continente europeo.
La legalizzazione dell’aborto, l’incoraggiamento della promiscuità sessuale e i sistematici tentativi per minare i valori della famiglia hanno portato ad una profonda crisi demografica in molti paesi europei. Questa crisi, accompagnata da una crisi d'identità, porterà ad una situazione in cui altri popoli, col tempo, verranno ad abitare in Europa, con una diversa religione, una diversa cultura e un diverso paradigma di valori.
Spesso viene usato il linguaggio dell’odio nei confronti dei cristiani, quando essi insistono sul loro diritto di partecipare agli affari pubblici. Essi dovrebbero godere dello stesso diritto degli appartenenti a qualsiasi altra religione o degli atei; tuttavia, in pratica non è così: ogni anno si registrano decine di casi di discriminazione contro i cristiani a motivo delle loro credenze. Questi casi vengono evidenziati dai media e diventano argomento di discussione pubblica, ma il risultato è che la situazione nel suo complesso non cambia.
Nell’odierno mondo moderno europeo la secolarizzazione militante è stata trasformata in un potere autonomo che non tollera il dissenso. Esso permette a gruppi di minoranza ben organizzati di imporre con successo la loro volontà alla maggioranza, col pretesto del rispetto dei diritti umani. Oggi i diritti umani in sostanza sono stati trasformati in uno strumento per manipolare la maggioranza e la lotta per i diritti umani in una dittatura della minoranza sulla maggioranza.
Purtroppo dobbiamo constatare che questi non sono incidenti isolati, ma un sistema di valori già formato, sostenuto dallo Stato e dalle istituzioni sovranazionali dell’UE.
In una situazione in cui è in atto una pressione aggressiva dei gruppi che propagano idee inaccettabili per la morale cristiana tradizionale, è essenziale unire gli sforzi delle Chiese per contrastare questi processi, agire congiuntamente nei media, nell’ambito del sostegno legale, come pure nella comune propagazione dei valori cristiani a tutti i livelli possibili. È importante che le Chiese condividano le loro esperienze in questo ambito e sviluppino la cooperazione tra le organizzazioni dei diritti umani delle chiese e i centri di controllo.
Io credo che sia importante che i cristiani d’Europa stiano spalla a spalla per difendere quei valori sui quali è stata costruita per secoli la vita del continente e considerino le afflizioni e le costernazioni dei cristiani in tutto il mondo come proprie.

NOTE

1 - Frontex Risk Analysis Network Quarterly Report. Q4 2015. http://frontex.europa.eu/assets/Publications/Risk_Analysis/FRAN_Q4_2015.pdf
2 - International Migration Report 2015. United Nations Department of Economic and Social Affairs/PopulationDivision.        http://www.un.org/en/development/desa/population/migration/publications/migrationreport/docs/MigrationReport2015.pdf
3 - Measuring Global Migration Potential, 2010–2015. Issue No. 9, July 2017. http://publications.iom.int/system/files/pdf/gmdac_data_briefing_series_issue_9.pdf
4 -  Il numero di non credenti nel Regno Unito per la prima volta superava il 50% [sito in russo].
http://www.bbc.com/russian/news-41154931
5 - https://www.levada.ru/2017/07/18/religioznost
6 - http://www.gordonconwell.edu/ockenga/research/documents/StatusofGlobalChristianity2017.pdf
7 - http://www.pewforum.org/2015/04/02/religious-projections-2010-2050/
8 - Presentation by His Holiness Patriarch Kirill at the opening of the XXV Nativity Educational Readings http://www.patriarchia.ru/db/text/4789256.html
9 -  Chiese cristiane e integrazione europea: i parametri dell'interazione [sito in russo] http://orthodoxru.eu/ru/index.php?content=article&category=publications&id=2012-09-17-1&lang=ru
10 - http://www.un.org/ru/documents/decl_conv/declarations/relintol.shtml
11 - http://www.intoleranceagainstchristians.eu/case/medical-directors-dismissal-reversed.html
12 - Catholic care home in Belgium fined for refusing euthanasia. http://www.catholicherald.co.uk/news/2016/07/04/catholic-care-home-in-belgium-fined-for refusing-euthanasia/
13 -       http://www.intoleranceagainstchristians.eu/case/swedish-prime-minister-priests-should-perform-same-sex-marriages.html

da: www.univox.it

2 commenti:

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